eLearning

Microlearning: usare con moderazione

Si fa un gran parlare di microlearning, come di una strategia efficace per rendere agevole l’apprendimento mediante l’uso delle tecnologie e una semplificazione accurata e centrata sulla ritenzione ottimale delle informazioni veicolate all’utente.

A primo acchito il microlearning è la panacea di ogni problema di instructional design: ridurre i contenuti all’essenziale, renderne facile e accattivante la fruizione e verificare in breve tempo l’effettiva assunzione dei contenuti. Il segreto è una semplificazione avveduta e basata su una conoscenza avanzata della multimedialità al fine di coinvolgere ad un livello molto elevato l’e-learner.

Il più grande esperto mondiale di microlearning, Theo Hug, definisce tale strategia come una visione ultrasemplificata di ogni aspetto di uno specifico modello didattico. Con le sue parole:

“No matter if learning refers to the process of building up and organizing knowledge, to the change of behaviour, of attitudes, of values, of mental abilities, of cognitive structures, of emotional reactions, of action patterns or of societal dimensions, in all cases we have the possibility to consider micro, meso and macro aspects of the various views on more or less persisting changes and sustainable alterations of performances” (Hug, 2005: 4).

L’approccio microlearning si focalizza dunque su una visione coerentemente semplificata e centrata su specifici e circoscritti aspetti del processo di apprendimento, qualsiasi sia il modello didattico di riferimento applicato al caso pratico.

Il microlearning può risultare particolarmente efficace in contesti in cui:

  • l’oggetto di studio cambia velocemente e quindi è necessario distribuire degli aggiornamenti al personale su aspetti specifici (cambiamento di una policy aziendale, di una procedura, aggiornamento software etc, che appunto hanno un ambito di applicazione ristretto rispetto al tradizionale corso onnicomprensivo);
  • il contesto è molto variabile e comporta dei cambiamenti in uno o più aspetti dell’organizzazione, della knowledge base, del mercato e dei relativi players etc…;
  • è possibile ricorrere al materiale già disponibile online per produrre con velocità i contenuti e adattarli in poco tempo per la distribuzione (la costruzione di un percorso formativo tradizionale richiederebbe tempi e costi superiori ed una strutturazione più complessa che si scontra con la visione flessibile e immediata del microlearning). In questo senso la content curation per l’e-learning potrebbe concretizzarsi in un approccio di microlearning basato sulle tecnologie didattiche.

Di conseguenza, il microlearning non è la soluzione idonea quando è necessario un intervento formativo complesso e organico, che richiede una sistematizzazione del sapere e delle competenze: l’eccessiva semplicità e rapidità del contenuto non si sposano con l’acquisizione di un sapere complesso, contrastano con un processo di apprendimento lineare o reticolare che proceda verso dei binari predefiniti, al fine di consolidare la materia oggetto di studio e sono ancor meno adatti ad un intervento di breve durata. La semplicità rischia di diventare allora solo frammentarietà: dunque è sconsigliabile ricorrere al microlearnng per interventi complessi, duraturi e di carattere organico.

Per saperne di più: www.formediaconsulting.it
Limitatamente ai contesti di applicazione compatibili, il microlearning rappresenta invece un approccio senza dubbio vantaggioso, perché il suo punto di forza ossia il micro-contenuto, le micro-atttività e la visione “micro” in generale, applicata ad ogni aspetto del processo formativo, rappresentano la chiave vincente rispetto ai percorsi tradizionali:
  • è possibile misurare immediatamente il risultato di un percorso di microlearning sul personale e non è necessario attenere mesi o settimane per valutare la resa;
  • la semplificazione del contenuto a va a vantaggio dell’impiegabilità di diversi formati per la costruzione delle attività e delle risorse su cui lavorare;
  • è un approccio relativamente economico, perché richiede tempi e costi inferiori rispetto a percorsi più complessi e organici;
  • è possibile strutturare micro-interventi per la copertura di specifiche aree di apprendimento e quindi il raggiungimento di specifici e circoscritti obiettivi é più semplice da ottenere.

Uno dei software migliori per creare contenuti in microlearning è senz’altro Articulate Rise, che fa parte della nuova suite Articulate 360.

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Riferimento bibliografico:

[1] Hug, Theo (2005): Micro Learning and Narration. Exploring possibilities of utilization of narrations and storytelling for the designing of “micro units” and didactical microlearning arrangements. Paper presented at the fourth Media in Transition conference, May 6–8, 2005, MIT, Cambridge (MA), USA.

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