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eLearning: Cooperare senza segreti significa lavorare bene

La seconda delle strategie elearning vincenti, di cui voglio parlarti, si inserisce in uno dei punti centrali che di solito si dovrebbe affrontare in sede di colloquio, quando si è giunti ad una fase matura del processo di negoziazione fra azienda e consulente esterno, ossia si colloca al momento della determinazione del budget, ossia la capacità di spesa che l’azienda dimostra di avere per il progetto assegnato. Inutile dire che il criterio minimo di valutazione è la congruità: non ha senso parlare di budget striminziti per progetti stellari e ancor più difficilmente capita di avere a disposizione budget stratosferici per progetti di esigua entità.

Il punto è che nella stragrande maggioranza delle volte le stime di budget per un progetto e-learning  sono effettuate da chi di e-learning non capisce nulla e pensa che attraverso l’on-line si risparmia, e quindi si può assegnare una piccola spesa per un progetto cui di fatto partecipano al più due persone (L’Instructional Designer esterno e una risorsa interna aziendale, giusto per “tenerlo d’occhio”). Niente di più sbagliato.  Tutto ciò anche alla luce della prima strategia elearning vincente, che ti ho spiegato: ossia quella del conoscersi e capire il posizionamento dell’azienda-committente sul mercato. Peraltro è inutile nascondere certe informazioni al consulente esterno: queste oggi possono essere ottenute in pochi minuti e dire “non c’è budget” , così senza una precisa spiegazione, è come dire “di questo progetto non ce ne frega niente”.

Meglio invece fare un’ipotesi di budget e valutare assieme all’Instructional Designer ciò che effettivamente vale la pena di spendere, per avere un prodotto finale di qualità: nella maggior parte dei casi si tratta di margini molto accettabili e che incrementano di molto il valore del progetto. Quindi anziché fossilizzarsi su una cifra, è consigliabile valutare assieme all’Instructional Designer cosa si vuol fare, come lo si può fare al meglio, e quali incrementi di spesa possano ritenersi accettabili in vista di una miglior qualità.

Non è secondario il fatto che proprio dal budget si debba ricavare anche la remunerazione dell’Instructional Designer, la quale dovrebbe essere commisurata al suo valore  e alla sua esperienza (oltre che all’oggettiva complessità del progetto): non sarebbe etico trattare il consulente esterno come un semplice dipendente, e questo è un errore gravissimo che conduce nel 90% dei casi a cattive comunicazioni e a risultati pessimi.

Ecco di solito cosa consiglio, nella mia esperienza, ai professionisti che sono contattati per sviluppare progetti e-learning, per capire le effettive capacità di spesa dell’azienda-cliente. Si tratta in pratica della seconda delle dieci complessive strategie elearning vincenti utili per sviluppare dei corsi online di qualità con qualsiasi azienda cliente:  cerca di capire la capacità di spesa del committente. A seconda della realtà imprenditoriale di riferimento, puoi aspettarti un budget differente per il progetto che dovrai realizzare. E’ chiaro che uno degli scopi impliciti del management è produrre un servizio al minor costo, e quindi il budget è di per sé limitato, ma bisogna capire entro quali limiti si può chiedere un budget conforme alle aspettative richieste dal committente. Se l’azienda cliente ha una buona capacità di spesa, perché gode di ottima salute finanziaria, allora è il caso di far presente che le tue richieste di budget sono più che fondate e sai di poter contare su una certa elasticità, su cui puoi far leva per il tuo preventivo e per la gestione del progetto nel suo complesso. Avere a disposizione certe informazioni è importante per il negoziato successivo.

Come fare ad avere un’informazione finanziaria di questo tipo? Certo, mica puoi andare a chiederlo direttamente al committente! Te lo immagini: “Quanti soldi avete da spendere su questo progetto?” Non te lo diranno mai! O meglio, ti diranno che il budget è molto ristretto. Ovvio. Allora cosa fare? Tutte le aziende italiane sono iscritte alla Camera di Commercio: ad eccezione delle ditte individuali, tutte le altre realtà aziendali hanno l’obbligo di deposito del bilancio, che quindi è un atto pubblico, disponibile a richiesta presso le stesse Camere di Commercio. Avere a disposizione i dati di bilancio, la storia dell’azienda (quindi il bilancio storico), la struttura societaria (chi sono i soci, chi è l’amministratore etc…) e il quadro dei conti dell’anno precedente (hanno chiuso in utile o in perdita? Di quanto?) ti consentirà di avere un’informazione abbastanza completa sullo stato di salute del committente, oltre che di conoscere le dinamiche decisionali ad esso interne (decide uno solo? C’è un consiglio di amministrazione? Tu con chi parlerai…con un dirigente o direttamente con l’amministratore?).

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Sono informazioni confidenziali? No. Quindi nasconderle non ha senso, anzi peggiora le cose. Meglio dire “siamo piccoli ma abbiamo molta voglia di crescere: ecco perché abbiamo questo budget a disposizione, sui cui possiamo comunque lavorare se vi è necessità…” piuttosto che dire “abbiamo deciso di investire marginalmente in questo progetto perché non c’é budget”. E poi è importante presentare almeno in termini essenziali le gerarchie interne, in modo che l’Instructional Designer sappia come muoversi e a chi riferire per le varie questioni (anche se di solito viene assegnata una risorsa interna aziendale a tale scopo). Se non sono trasparenti con te, non è buon segno, ma almeno potrai avere qualche informazione in più per valutare se procedere e come procedere col tuo cliente.

Una corta è certa, ma non altrettanto applicata: per avere una fattiva collaborazione, l’Instructional Designer deve sentirsi parte di quell’organizzazione. Quando presenti qualcuno in famiglia, lo fai parlare solo con te o solo con tuo fratello? Oppure gli consenti di parlare con tutti i membri della tua famiglia, dopo averglieli presentati?

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