Il mercato eLearning italiano è come un iceberg…che andrebbe scongelato!
Il mercato elearning italiano può essere rappresentato da un iceberg, dove solo la punta che emerge è rappresentata da un esiguo numero di top player e sotto, nella parte invisibile, vi è una miriade di professionisti ignoti. Non sarà il caso di scongelare l’iceberg???
Il settore e-learning italiano si caratterizza anche per una peculiarità – che ormai a dire il vero si sta diffondendo in altri settori – che può essere ben rappresentata dall’immagine di un iceberg.
Immagina un iceberg di cui noi vediamo solo la punta sino al livello del mare: la punta è rappresentata dai top sellers, dai principali player del settore, quelli che grazie al loro brand, alle loro capacità organizzativa, alle loro disponibilità finan- ziaria possono investire in advertising e hanno costruito un’immagine di affidabilità nel settore.
Al di sotto del livello del mare è presente il 90% dell’iceberg, che nel nostro caso è formato da una miriade di piccole aziende di professionisti freelance, i quali molto spesso sono reclutati dai top sellers per svolgere dei progetti.
Questa immensa rete di professionisti in realtà contribuisce in silenzio e senza alcuna visibilità al successo dei top sellers, non avendo alcuna opportunità di crescita, perché non ha la possibilità – dato lo scarso accesso ai clienti di alto valore – di affermarsi sul mercato, e anche a causa della necessaria riservatezza che deve accordare al top seller, in virtù della quale il proprio lavoro non sarà mai diretta- mente conosciuto dai clienti finali.
E’ una situazione profondamente ingiusta, ma sono le regole del mercato!
A primo acchito una soluzione a questo stato di cose si potrebbe implementare: la grande disponibilità di professionisti isolati, se organizzata in modo intelligente e se agente quasi come un’entità autonoma, può nel tempo relazionarsi quasi come una vera e propria un’organizzazione a sé, come se fosse un’azienda e quindi, forte del know-how distribuito, potrebbe porre delle condizioni nuove ai top sellers, pretendendo un riconoscimento professionale e dei prezzi più alti, guadagnando della maggior forza contrattuale dovuta all’alleanza fra più freelance.
E’ una prospettiva possibile, ma che richiede grande umiltà e visione, ma spesso davanti ad una realtà di piccole isole è davvero difficile creare una coalizione, anche se è un’opportunità a cui si dovrebbe pensare al più presto.
Una seconda soluzione, in attesa di concretizzare la prima, potrebbe essere quella di individuare uno statuto, un manifesto che caratterizzi la categoria degli e-learning professionals, che avrebbe un suo valore morale (ma certamente non giuridico).
Chiunque aderisse a tale manifesto si impegnerebbe a compiere alcune azioni etiche nei confronti della categoria, rinunciando alla guerra dei prezzi, pretendendo alcune garanzie dai committenti, lavorando secondo alcuni standard, col dovere morale di rinunciare a quelle commesse che non fossero conformi ai dettami dello stesso manifesto.
In questo modo la ca tegoria professionale degli e-learning specialist potrebbe crescere e rafforzarsi sul mercato, portando avanti dal basso delle istanze, che, se rispettate dalla maggioranza degli aderenti, potrebbe rivoluzionare il mercato, grazie alla pressione esercitata nel tempo sui committenti.
Tu cosa ne pensi? Attendo i tuoi commenti.