eLearning

L’uso degli schemi cognitivi nell’eLearning per una formazione efficace

L’eLearning efficace passa anche attraverso l’uso degli schemi cognitivi degli studenti online. Vediamo come.

Diverse sono le strategie da implementare per produrre un eLearning davvero efficace. La conoscenza degli schemi cognitivi degli studenti online può costituire uno strumento importante per progettare e implementare percorsi eLearning di qualità e di indubbia efficacia didattica.

Comunicare con i tuoi studenti e quindi riuscire a rendere efficace contenuti e conoscenze che devono essere trasmessi con l’apprendimento implica che si instauri un rapporto di reciproca comprensione.

Accade spesso che una spiegazione fornita da un pari sia più efficace rispetto a quella fornita dall’istruttore, ma perché accade? Perché le strutture di conoscenza tra pari sono forse più simili di quelle che tra istruttore-studente.

Entra quindi in gioco una variabile di empatia che non va sottovalutata ma piuttosto andrebbe implementata nei percorsi di formazione, anche nel caso dell’e-learning.

Fissiamo una call?

Come funzionano gli schemi cognitivi?

Gli schemi cognitivi, come definiti dalla psicologia cognitiva, rappresentano le strutture di conoscenza teorica che sono la modalità in cui organizziamo e immagazziniamo le conoscenze nella memoria a lungo termine. Gli schemi sarebbero, in sintesi, un quadro che noi costruiamo nella nostra memoria che rappresenti le informazioni sistematizzate, collegate a concetti, situazioni, eventi e azioni. Una scorciatoia che ci consente di interpretare rapidamente la realtà e il mondo e che ci permette quindi di reagire.

Secondo gli psicologi cognitivi, i nostri ricordi si basano su schemi. Questi schemi si attivano quando ci viene presentato un concetto, attivando tutte le informazioni associate. Tuttavia visto che le informazioni che acquisiamo possono essere soggette a distorsioni, gli schemi e quindi i nostri ricordi non sono perfetti.

Ad una determinata parola infatti possono venire associati diversi concetti, che variano anche con il variare della nostra esperienza, e a cui si può associare una memoria positiva o negativa.

Perché la conoscenza ci rende meno empatici

Paradossalmente, nell’ambito della formazione (e purtroppo anche nel caso dell’eLearning) accade che chi insegna dimentichi cosa significa acquisire informazioni o competenze nuove. Se gli schemi cognitivi di un esperto gli consentono di risolvere problemi più complessi rispetto a chi è all’inizio della formazione, diventa difficile per l’istruttore semplificare gli stessi schemi cognitivi per ripartire da dove era cominciata la conoscenza. Per questo non sempre i migliori esperti sono i migliori insegnanti. Ciò vale ahimè a maggior ragione nel caso dell’eLearning, specialmente quando il Subject Matter Expert non possiede esperienze specifiche di formazione online e non possiede le giuste competenze per adeguare il contenuto ad una modalità di presentazione e di interazione del tutto peculiare come l’eLearning.

Come istruttore diventa quindi essenziale comprendere gli schemi cognitivi dei tuoi studenti e la loro importanza nell’apprendimento, perché quando si progetta un percorso di apprendimento in eLearning la priorità è riuscire a lavorare su una base di conoscenze pregresse su cui costruire quelle nuove.

Fissiamo una call?

Comprensione delle conoscenze precedenti

Come già evidenziato, ciò che già conosciamo influenza ciò che andremo ad imparare, integrando le informazioni già immagazzinate in memoria con nuove informazioni. Se le nuove informazioni non hanno qualcosa a cui collegarsi, nessuno schema e quindi la memoria si attiveranno

Le conoscenze pregresse di ogni essere umano si basano su diversi fattori, innanzitutto l’esperienza, e modificarle o integrarle significa riuscire a lavorare su quelli che sono gli schemi cognitivi di ciascuno, cercando di trovare un linguaggio comune, che si basa proprio sulle conoscenze pregresse (cf. The Art of Changing the Brain, James E. Zull). Se non si tenesse conto di queste conoscenze pregresse, l’apprendimento potrebbe essere inefficace poiché non si andrebbe a costruire su una base esistente, ma si dovrebbero costruire schemi cognitivi ex-novo più difficili da attivare.

Lo studente al centro (nell’eLearning ancora di più!)

Come insegna la User Experience, e non solo, il principale elemento che deve interessare chi progetta un percorso di formazione è chi andrà ad usufruire di tale percorso: lo studente. Questo approccio centrato sullo studente, che si declina in molti modi in diversi altri settori, permette di indagare cosa lo studente già conosce e come percepisce le cose e le idee che ha, analizzando risposte a domande ed interviste mirate. Conoscere prima cosa viene ritenuto efficace e cosa no contribuisce a progettare ed erogare un percorso di formazione efficace e nella valutazione successiva alla formazione è possibile anche raccogliere informazioni importanti che aiutino a migliorare ulteriormente in futuro.

Quali azioni sono utili per conoscere i tuoi studenti?

Può essere utile proporre interviste o sondaggi con domande aperte, fornire loro l’accesso a forum online per discutere prima, durante e dopo il corso o chiacchierare con loro in via informale. Incoraggiali anche a creare contenuti e utilizza la metodologia del flipped learning, l’apprendimento capovolto.

Conoscere e comprendere come i tuoi studenti vedono, interpretano e rimodellano le proprie conoscenze è un ulteriore contributo alla costruzione di un percorso di formazione efficace.

Riferimenti bibliograficiThe Art of Changing the Brain, James E. Zull

Spero che questi consigli sul come progettare corsi e-learning davvero efficaci ti siano utili. Come sempre, attendo qui sotto i tuoi commenti. Se ti serve una consulenza o un partner per la progettazione e sviluppo di contenuti e-learning, contattami pure! Oppure, puoi rispondere al breve sondaggio qui sotto.

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