Atti della Conferenza eLearningPoint 2019, a cura di Nicolò Piave

Questa iniziativa è il frutto di numerosi confronti con amici, colleghi, professionisti, accademici, imprenditori di diverse aree afferenti al mondo dell’eLearning, grazie ai quali ho maturato la profonda convinzione che vi sia oggi una reale necessità di costruire un evento dedicato alla professione dell’eLearning Specialist in Italia, allargato a tutte le realtà organizzative che – direttamente o indirettamente – sono coinvolte nei processi di progettazione e produzione di contenuti per la formazione online.

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Registro quasi quotidianamente le frustrazioni e i desideri dei colleghi produttori di contenuti per l’eLearning, la cui principale ambizione è esprimere pienamente il proprio potenziale, troppe volte limitato fortemente dal budget, dalle normative di settore, da un’inadeguatezza culturale che si fonde alla storica ignoranza informatica che tanto danno ha fatto (e continua a fare) nel nostro Paese nei confronti delle sempre più numerose professioni che si fondano sul digitale.

Mentre il mercato dell’eLearning all’estero si sviluppa con più facilità e compie passi da gigante, non senza problemi e difficoltà, in Italia si registrano ancora resistenze sia nell’implementazione di soluzioni dedicate alla formazione online da parte delle imprese e degli enti, sia nella promozione di produzioni di qualità a fronte di una pleiade di corsi online standardizzati, dal prezzo stracciato e basati ancora sul vecchio paradigma del “content & support”, tipico della FAD di prima generazione.

Certo, esistono delle eccellenze che vanno protette e sostenute, ma non è più accettabile “consolarsi” pensando che esiste chi può fare di più e meglio nel no-stro Paese, rispetto alla media del settore: dobbiamo piuttosto ispirarci a queste eccellenze, rimanendo consapevoli però che il piccolo imprenditore ed il freelance non hanno attualmente gli strumenti finanziari e il know-how dei big players e possono facilmente arenarsi nel mare magnum delle offerte standardizzate “al ribasso” o soffocare davanti a commesse complesse di elevata qualità per sottodimensionamento rispetto ai progetti da realizzare.


Questo gap che inevitabilmente esiste fra una pleiade di microimprese e professionisti distribuiti in tutta l’Italia e un nocciolo duro di pochi big player rallenta significativamente di fatto lo sviluppo del settore, perché da un lato i grandi produttori si avvalgono dei freelance e delle microimprese in subappalto (impedendo loro spesso di farsi conoscere al cliente finale) e dall’altra quest’ulti-me devono sottostare alle richieste di un mercato ancora non pienamente com-petitivo e complessivamente non orientato all’eccellenza (salvo casi rari).

La conseguenza è una produzione media di scarsa qualità, preconfezionata e adeguata a budget minimi, sufficienti per acquisire l’accreditamento legale per la formazione obbligatoria (nei vari settori: sicurezza sul lavoro, ECM, privacy, HACCP, ordini professionali), la quale – ad un fruitore distratto o poco esperto del settore – può apparire come fenomeno ordinario, a detrimento di tutte le professionalità coinvolte.

Sono convinto che puntare all’eccellenza non significhi solo costruire soluzioni innovative per rispondere alle esigenze più concrete e immediate del mercato: per me significa soprattutto aprire il mercato a tutte le opportunità disponibili, eliminando tutte quelle barriere – culturali e legali – che attualmente gli impediscono di maturare e di orientarsi verso obiettivi di maggior qualità, che dovreb-bero essere invece la norma, lo standard dell’intero settore.

Nelle more che si intervenga legalmente, flessibilizzando le normative che ancora oggi mortificano di fatto l’opportunità rappresentata dalle tecnologie didattiche nella formazione obbligatoria, è bene che l’intero settore rifletta su qualiazioni intraprendere per favorire la maturazione del mercato mediante l’azione culturale, divulgativa e professionale che ogni giorno, sul campo, possono compiere migliaia di operatori. Se da un lato infatti la normativa può di fatto “costringere” il settore ad ade-guarsi ad uno standard più elevato, il problema che sostanzialmente lo limita an-cora è di natura culturale e delle semplici norme non possono rivoluzionare ex abrupto anni di forma mentis sbagliata.



E’ importante il confronto continuo e un’azione coordinata e condivisa di divulgazione sui temi della formazione online, unitamente alla progressiva consa-pevolizzazione di principi generali che dovrebbero informare e guidare ciascuna professionalità all’interno della nostra industria, così che ogni cliente potenziale possa accorgersi, giorno dopo giorno, che il contesto è mutato e in meglio, che nuove opportunità sono ora disponibili e che si è definitivamente rinunciato a determinati compromessi che conducono inevitabilmente ad un eLearning scadente.

Credo che l’approccio culturale rappresenti la via maestra, la leva strategica attraverso la quale compiere questa trasformazione, accompagnata da degli in-terventi normativi (si spera) idonei a valorizzare questo processo. Come fare allora per implementare questa “rivoluzione culturale”? Una cosa è certa: i responsabili di questa trasformazione non possono che essere gli stessi operatori del settore, ossia i freelance, i piccoli imprenditori, i manager, gli accademici.

Tutto questo non solo a tutela dell’intero settore, ma soprattutto dello stesso cliente finale, che prima si sarebbe accontentato della solita formazione online “un tanto al chilo”, e che progressivamente sentirà la necessità di preten-dere di più, per essere realmente competitivo con gli altri player del suo settore, grazie al complessivo avanzamento del sistema della domanda e dell’offerta che mette al centro la qualità dell’azione formativa, il ROI (return on investiment) dell’eLearning. In pratica, l’azione di divulgazione avrà raggiunto un livello ragguardevole allorché gli stakeholder italiani della formazione cominceranno a concepire l’eLearning come un investimento e non più come ad un costo!

In ordine alle strategie concrete da attuare, la strada è aperta e penso ci si deb-ba confrontare proprio su questo, per costruire un percorso comune per lo sviluppo del mercato: la conferenza eLearningPoint 2019 vuole essere nel mio intento proprio questo, ossia un’occasione per “fare il punto” sullo stato dell’arte dell’eLearning in Italia, acquisire quanti più punti di vista sul mercato da parte di vari esperti e poi concentrarsi, una volta comprese le principali criticità e le opportunità presenti, sulle possibili soluzioni per rivederci ancora una volta qui, auspicabilmente fra un anno, per verificare se le nostre buone intenzioni si saranno trasfor-mate in qualcosa di concreto registrabile nel Paese.



eLearningPoint2019 dunque si pone – sinteticamente – i seguenti quesiti di fondo, cui i vari speaker sono invitati a rispondere – da par loro – secondo la propria esperienza nel rispettivo settore di riferimento:

  1. Quali sono le esperienze più diffuse per la formazione online nei vari settori? (scuola, università, formazione obbligatoria nelle imprese, for-mazione continua per i professionisti);
  2. Quali sono le criticità che si stanno registrando nel settore?
  3. Quali sono i trend, le novità e le opportunità che ad oggi risultano più interessanti nel mondo dell’eLearning a cui l’Italia dovrebbe guardare?
  4. Qual è lo stato attuale della professione dell’eLearning Specialist in Italia e nel contesto internazionale?
  5. Qual è l’attuale grado di conoscenza per le imprese italiane delle op-portunità di finanziamento della formazione online su fondi nazionali ed europei?
  6. Come è possibile valorizzare le competenze delle professionalità lega-te al mondo dell’eLearning italiano mediante azioni rivolte al benesse-re organizzativo e individuale, al personal branding, all’uso dei social network all’interno di una strategia di content marketing?
  7. Come è possibile tutelare e securizzare il business del settore, ricor-rendo ad idonei strumenti giuridici?
  8. E’ possibile visionare dei case studies relativi ad applicazioni concrete di eccellenza per la formazione online in Italia? Quali opportunità è possibile cogliere nell’attuale panorama degli authoring tools?

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