eLearning

Come progettare un corso eLearning

Progettare un corso eLearning può sembrare a primo acchito un compito semplice, ma non lo è affatto: una buona progettazione è alla base della qualità del corso online e deve essere svolta in modo da garantire il successo della formazione online in termini di rendimento e produttività degli interessati. Del resto, l’eLearning, come la formazione residenziale, ha uno scopo preciso: trasformare i fruitori, attraverso l’apprendimento, cioè far acquisire loro delle conoscenze e delle competenze che saranno in grado di mettere in atto concretamente nel quotidiano del loro lavoro, al fine di ottenere migliori risultati nella pratica professionale.

La diffusione delle tecnologie eLearning è sotto gli occhi di tutti: sempre più aziende ricorrono alla formazione online quale strumento idoneo per l’aggiornamento del personale, o per ottemperare all’obbligo formativo previsto dalla legge in materia di sicurezza sul lavoro. Allo stesso modo moltissimi professionisti usano l’eLearning per acquisire i crediti formativi professionali come nel caso dei crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) o nel caso degli Ordini Professionali (Commercialisti, Avvocati, Consulenti del Lavoro, Notai etc…).


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Come progettare un corso eLearning efficace?

Anzitutto bisogna tener conto del tipo di approccio che si vuole utilizzare nella presentazione dei contenuti. In pratica, salvo casi eccezionali, l’eLearning nasce come risposta alla tediosità della formazione tradizionale, in particolare alla classica lezione frontale, che non dà molte possibilità di interazione all’allievo, relegandolo ad un ruolo meramente passivo. L’eLearning è una risposta moderna e puntuale relativa all’interazione possibile fra docente e allievo, la quale può essere articolata in vario modo, grazie all’uso dela multimedialità e delle interfacce grafiche.  

L’approccio classico “content & support”

E’ triste tuttavia osservare come sul mercato italiano, buona parte della produzione eLearning sia di fatto il “ricalco” della classica lezione frontale, priva di interazione o con momenti minimi di interazione docente-allievo. In pratica, sono molti i corsi online del tipo “clicca e vai avanti”, in cui l’utente online può solo “guardare” le slide e ascoltare la narrazione.

Poche volte è presente un test di verifica, ma certamente non si tratta di un test interattivo o meglio ancora di un “gioco didattico” che possa trasformare il momento di apprendimento noioso in qualcosa di interessante e divertente.

Il termine gamification, seppur più usato nella vulgata corrente degli specialisti, è poco praticato sul mercato, anche perchè una progettazione efficace costa molto di più perchè richiede l’impiego di strumenti adeguati la cui creazione implica più ore di lavoro per un prodotto davvero di qualità. E quindi… si preferisce rinuncia alla qualità, rispettando un budget risicato che condanna l’Instructional Designer (e di conseguenza anche l’eLearning Specialist) a realizzare un prodotto finale “banale” di cui certo non potranno ritenersi fieri…

E così che l’eLearning classico “prima maniera”, tipico della formazione a distanza di primo generazione, costituisce ancora uno standard piuttosto diffuso, specialmente nella formazione obbligatoria, in parte anche per il numero di requisiti piuttosto stringenti che la legge prevede per l’accreditamento del corso online. Va detto tuttavia che, facendo tara delle disposizioni legislative, sarebbe possibile comunque inserire dei momenti di maggiore interattività e nulla viteta ai progettisti di inserimere dei giochi didattici o interaaioni complesse, che tuttavia rimangono rare ed encomaibili quando presenti.

L’approccio cooperativo ossia “wrap around”

Un passo avanti nelle strategie di progettazione (e gestione) di un corso eLearning è l’approccio cooperativo, in cui si pone al centro l’allievo e si costruire un percorso di formazione “aperto”, in cui alcune “tappe” sono fondamentali da seguire, ma intorno ad esse l’allievo potrà spaziare e approfondire a piacimento, usufruendo di alcuni materiali suggeriti dal docente. In questo setting certamente più vicino alla visione dell’allievo, è possibile creare delle interazioni interessanti, partendo dai materiuali suggeriti, e acquisire informazioni sulla mappa che ciascun allievo ha costruito nella sua mente circa l’argomento proposto.

Solitamente questa attività non può prescindere, oltre che da un learning object ben costruito, anche dall’uso di un’idonea piattaforma fad, in grado di gestire le interazioni mediante forum o chat o videoconferenza integrata, allo scopo di collocare i materiali e e le discussioni compiute su di essi in un luogo aperto all’intera comunità di apprendimento virtuale.

E’ attraverso questo genere di approccio che lo studio da individuale diventa collettivo e il contributo di ciascuno alla discussione sull’argomento arricchissce reciprocamente i partecipanti: è allora che emerge – seppur parzialmente – quella conoscenza tacita, fatta di prassi, esperienze personali, che un libro o un contenuto preordinato non potranno mai dare. La condivisione delle esperienze e delle prassi individuali di soggetti collocati anche a chilometri di distanza, consente la produzione di un corpo di conoscenze e competenze prima del tutto assente, di cui tutti si arricchiscono e a cui tutti possono nel tempo contribuire nel reciproco interesse.