eLearning

Nell’e-learning devi fare guerra all’incompetenza!

Ecco alla nona strategia vincente per un elearning davvero efficace.

In Italia l’arte di arrangiarsi è quasi un must e la capacità intuitiva di molti imprenditori è lodevole, ma tutti sanno che, se si vuole produrre un servizio di qualità, l’intuito, la capacità organizzativa e qualche collaboratore non bastano: serve un metodo specifico, professionale, scientifico, che possa guidarti verso gli obiettivi prefissati. Questo discorso vale per molti ambiti del business, e ancor di più in quello dell’e-learning: se vuoi fare formazione a distanza per i tuoi dipendenti o per le tue aziende clienti, ti serve un know-how specifico che si acquisisce sul campo, dopo anni di duro lavoro. Mettere su un sito e collocare quattro slide non è fare e-learning! Di questo è consapevole ogni Instructional Designer che si rispetti. Inoltre, se assecondi l’incompetenza e la scarsa professionalità altrui, potresti giocarti il cliente oppure realizzare una formazione che non ha alcun ritorno e aver sprecato tempo e denaro.

Ti racconto un episodio che mi ha visto protagonista nella qualità di Instructional Designer, ossia una vera e propria “proposta indecente”, in cui fui coinvolto diversi anni fa e che qui riporto, per farti capire come l’improvvisazione, l’arte di arrangiarsi, siano il vero male per le aziende  che vogliano fare una vera formazione online.

“Ti danno tutti i materiali (che fanno pena) e ti dicono: “dagli un’aggiustata e tira fuori il corso”. Qui sarebbe legittimo piangere o picchiarli (o fare entrambe le cose). Qui il genio, lo scienziato è impersonato direttamente dal docente, o ancor meglio da una risorsa interna, che si è documentata nottetempo sull’argomento e ha tirato fuori durante le ore piccole un insieme di testi ricopiati da varie fonti, che stanno insieme più facilmente se li leggi al contrario. Oppure trovi l’intoccabile docente esterno (un altro consulente in pratica) che è molto bravo, ma è un pessimo scrittore, compie errori, grammaticali, di sintassi e possiede, per completare il quadro culturale, uno stile linguistico da bambino di scuola elementare, ma non puoi fargli una reprimenda, perché è un intoccabile (lui lo scriverebbe con l’apostrofo perché per lui non fa distinzione: “un” si scrive con l’apostrofo a prescindere che si trovi davanti a sostantivo maschile o femminile). In entrambi i casi devi muoverti come su un campo minato. Non puoi sminuire l’importanza del docente, sottolineando i 25.000 errori presenti nel testo e nemmeno avanzando l’infondata ipotesi che siano copiati dal web, nonostante che Google, dopo una breve ricerca, abbia trovato già le fonti delle prime trenta pagine, attribuendole ad altri!”. E allora cosa fai?

È importante che tutti i collaboratori si parlino. Instructional Designer, docenti, tutor, sviluppatore di contenuti, valutatori: tutti i soggetti che devono fare FAD devono conoscersi e stabilire degli standard entro cui stare, per far sì che il lavoro dell’uno possa intersecarsi perfettamente con quello dell’altro… Altrimenti… è un disastro!! Hai presente la catena di montaggio? Ecco, fare e-learning è un po’ come in fabbrica: ciascuno ha il suo ruolo e il prodotto finale di uno costituisce spesso la materia prima dell’altro. Inoltre, se le cose non sono fatte bene a monte, a valle… è meglio lasciar perdere! E poi cercare di mettere a posto qualcosa che è stata pensata e progettata male è ancor più difficile e costoso che rifare tutto daccapo. In ogni caso, è tutto denaro buttato al vento. Vuoi buttare al vento il tuo denaro? O farlo buttare alla tua azienda committente?

Attendo qui i tuoi commenti in merito.

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