eLearning

Se Instructional Designer impazzisce…

Quando l’azienda vuol fare e-learning , ma non possiede un vero know-know, una vera conoscenza delle criticità dei vari aspetti legati alla formazione a distanza, accade (spesso purtroppo) che avanzi delle richieste ai suoi collaboratori (Instructional Designer incluso) davvero assurde le quali, di lì a poco, si rivelano sbagliate, distruttive di valore e foriere di problemi ancora più grandi. L’assenza di un modello operativo chiaro, con procedure e contenuti tarati in  base a ciò che si desidera ottenere (come ho cercato anche di ricordare nelle dieci strategie vincenti per l’e-learning), significa fare una FAD casereccia, ridicola, che di lì a poco mostrerà tutti i suoi limiti, prima di essere accantonata definitivamente.

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Ecco una delle richieste assurde che un’azienda povera di strumenti idonei può avanzare al collaboratore, chiamato a svolgere la funzione di Instructional Designer, che ho qui descritto in chiave un po’ comica, sebbene il tutto sia avvenuto drammaticamente nella realtà:

“Ti impongono il loro storyboard, anche se si capisce chiaramente che non ha né capo né coda. Capita qualche volta che in azienda ci sia già una risorsa deputata a progettare la formazione a cui è stato dato il compito, nel frattempo che si trova il consulente esterno, di portare avanti il progetto. Che fa questo tizio? Magari in assoluta buona fede, scarica un modello di storyboard che trova su Internet, e comincia a pastrocchiare sul word, immaginando che certe funzioni, certi eventi avvengano sullo schermo così… per magia. Sogna e immagina comportamenti automatici impossibili o comunque difficili da implementare sulla piattaforma FAD (che non sa nemmeno cosa è), oppure mette insieme un’accozzaglia di testi chilometrici su una sola slide e poi ti lascia una frase sola sulla successiva. Ma non basta: compie una raffinata raccolta di immagini protette da copyright e ti dice pure dove inserirle. Copia la colonna sonora di un film, scaricandola con un programma di dubbia legalità da Internet, ricavandola da un filmato trovato su youtube o un file midi che gli ha dato suo nipote e ti indica di usarla come sottofondo. La fantasia al potere. Una rovina. Una distruzione. I guai si presentano già prima di cominciare. Vagli a spiegare, in quanto Instructional Designer, che lo storyboard come idea non è male, ma il valore dei contenuti deve essere vagliato con attenzione, i testi vanno bilanciati, le immagini e i suoni devono avere una licenza d’uso adeguata. Ci vuol un ordine, un’idea, un concetto per fare didattica: fare uno storyboard non è costruire una sorta di puzzle da un’accozzaglia di oggetti trovati a casaccio. E questa sarebbe poi formazione? Bah! Come reagire?”

Cosa pensi possa accadere se la tua azienda si comporta così? Beh, è molto semplice. Magari riesci anche a tirar su un corso FAD, ma il risultato è penoso, le ricadute sul personale sono pessime, se lo hai addirittura venduto a un tuo cliente, stai certo che l’avrai perso per sempre! Vale la pena fare le cose così? In realtà fare un buon e-learning è possibile senza sborsare cifre colossali: quello che ti serve è un complesso di tecniche, competenze e conoscenze specifiche del settore e… naturalmente un bravo Instructional Designer!

Ti è capitato di imbatterti in aziende come quella descritta da me? Che tipo di esperienza di progettazione hai vissuto? Aspetto un tuo commento.

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