eLearning

Stabiliamo un valore congruo per la collaborazione

E siamo giunti alla quarta delle dieci strategie elearning vincenti per produrre un corso online di qualità.

Non c’è cosa più disarmante (il che la dice lunga sulla serietà di un’azienda per un consulente esterno) di assistere alla scena di un manager o imprenditore che non ha alcuna idea in merito al progetto che si dovrà svolgere e fissa regole e paletti secondo il suo modo di vedere le cose. Assegnare un progetto ad una risorsa esterna significa anzitutto ascoltare il parere del collaboratore che tu stesso hai selezionato.

Può sembrare una banalità quello che sto dicendo, ma ti assicuro che spesso, in modo più o meno grave, si commette l’errore di non conoscere realmente il progetto in termini tecnici, cioè il suo impatto reale sui clienti ossia, in altre parole, il valore economico e tecnico delle scelte prospettate. Più l’azienda progetta per sé, senza aspettare il parere dell’esperto, più rischia non solo di chiudersi in se stessa e di trattare l’Instructional Designer come un dipendente e mero esecutore, ma anche di prescriversi il fallimento.

Se chiami un esperto è perché non ci capisci molto, altrimenti il corso te le faresti da solo. E allora…? Cosa fai? Ti metti un’idea in testa e dici al consulente esterno: “Fallo e basta”? Ma ti sei ammattito? Inoltre alcuni “furbacchioni” credono di incastrare il consulente esterno fissando dei parametri generici o “di comodo”, al fine di calcolare il valore economico della collaborazione su livelli inaccettabili, magari dicendo che, siccome il corso è di poche ore, la collaborazione deve essere commisurata al numero di ore da produrre, oppure fissano un valore senza alcuna giustificazione, dicendo che è quello preassegnato dal budget del progetto, senza tener conto dell’effettivo impegno del collaboratore. Così non si va molto lontano… Il professionista serio abbandona il tavolo, anzi forse nemmeno si siede. Quello in erba o il ragazzino stagista (che magari è il nipote del dipendente) accetta e poi si va al disastro.

E’ ovvio che qui bisogna introdurre la quarta delle strategie elearning vincenti, per evitare che il disastro avvenga davvero.

Ecco cosa dovresti fare (almeno secondo la mia esperienza): una volta definito il progetto, fissa dei parametri di riferimento universali. Ciò significa che alcune delle variabili del progetto devono essere di comune significato per te e per il tuo committente, e a ciascuna di esse si deve dare un valore economico. Le variabili più comuni sono il tempo e la qualità del lavoro. In pratica la quarta strategia che afferisce al complesso delle strategie elearning vincenti, può essere suddivisa in due step:

  • Per “tempo” non devi intendere però il tempo di produzione del progetto, cioè il tempo che comunemente l’azienda committente misura per se stessa. Ad esempio: l’azienda ti dice che il corso deve essere pronto entro 90 giorni. No. Questo non è un parametro comune di riferimento. È il tuo tempo che deve essere un’unità di misura condivisa in termini economici: lavorare per 90 giorni ad un progetto vuol dire impegnarsi per diverse ore al giorno, quindi il tuo tempo di lavoro ha un valore concreto, se commisurato al numero di ore effettive che dedicherai a quel progetto. Quindi un corso pronto entro 90 giorni potrebbe impegnarti 50 ore, oppure 100, oppure 200 durante di tre mesi complessivi stimati dall’azienda. E non sarebbe la stessa cosa. Quantifica allora il valore economico unitario del tuo tempo e poi forma il tuo prezzo in base all’impegno effettivo che dovrai garantire sino alla scadenza (ossia al tempo del tuo committente).
  • Non dimenticare inoltre che il valore del tuo tempo varia a seconda della qualità del servizio richiesto: qui per qualità intendo la complessità del tuo apporto, il valore intrinseco del tuo lavoro in base alle richieste del committente. Ad esempio: una cosa è produrre un corso online con poche slide e un test finale di tre domande, all’interno di un setting erogativo, altra cosa è produrre un corso online interattivo, con un percorso che si modifica a seconda delle scelte dell’utente e che prevede un test interattivo con cinque tipi di domande differenti da collocare in un setting di tipo socio-costruttivista. Stabilisci allora un valore economico unitario del tuo tempo, anche in base alla qualità richiesta dal tuo lavoro.

Per saperne di più: www.formediaconsulting.it

Quindi, in applicazione della quarta strategia, che afferisce al complesso delle strategie elearning vincenti, elabora una tabella del prezzo orario che dipenda da queste due variabili: impegno effettivo e complessità dell’impegno. Il vantaggio di questo approccio è quello di formare un prezzo finale per il committente che non possa subire degli strappi nel negoziato, perché tu potrai benissimo giustificare la qualità del tuo apporto, spiegandola. Altrimenti, se lo facciano loro il corso online, se è così facile!

Perdere un collaboratore valido, in un mercato come quello dell’e-learning, è una cosa molto grave, perché è difficile rimpiazzarlo. E il prossimo stagista o parente di qualche dipendente non saprà risolvere i veri nodi della questione, semplicemente perché non ha una formazione tecnica ed esperienziale paragonabile. Spero tanto che la tua azienda non si comporti come quelli che dicono: “che ci vuole a fare una fotografia!” e vogliono un servizio fotografico a prezzi indiani. Poi le foto sono uno schifo e pagano due volte: l’incompetente prima, e il professionista dopo. Ricordati che nell’e-learning (e in tutte quelle aree dove non solo serve perizia, ma anche una creatività utilizzata come strumento al servizio del valore di un progetto) conta l’abilità personale del professionista che spesso non è facilmente sostituibile. Le strategie elearning vincenti che mi permetto di suggertirti serviranno (almeno spero) ad arginare delle cattive esperienze dovute più all’improvvisazione altrui che alla tua poca esperienza. Del resto, un vecchio detto dice: “la qualità o la paghi prima o la paghi dopo”.  Rammentalo al tuo prossimo cliente.

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